Ricordo del "Signor Maestro"


GLI ITALIANI SONO STATI PROTAG0NISTI DEL PIU' GRANDE ESODO MIGRATORIO  DELLA STORIA

GIOVEDI’ 9  NOVEMBRE CI HA LASCIATO  PASQUALE  D’ONORIO  DE  MEO  “ IL SIGNOR MAESTRO”  PER  NOI  ALUNNI  DELLA   V  ELEMENTARE DEL 58  SCUOLA  “S. LUCA – MARANOLA”.

IN  QUESTI  ULTIMI ANNI  IL  MAESTRO  CON  LA  SUA  NOTEVOLE CARICA UMANA, CON IL SUO  AFFETTO  A  DIR  POCO PATERNO, CON L’ENTUSIASMO DI UN RAGAZZO  CI  HA  SPRONATO AD  INCONTRARCI  TRA  NOI , CON LE  NOSTRE  FAMIGLIE, TUTTI  INSIEME  PER VIVERE  I  RICORDI  PIU’  BELLI   DELLA  NOSTRA  INFANZIA.

IL PROF. ANTONIO TOMMASINO , NOSTRO  PORTAVOCE, HA  PREDISPOSTO NEI MINIMI PARTICOLARI , PER MOLTI ANNI , INCONTRI, FESTE, RICORRENZE, CHE MOLTO HANNO COMMOSSO E RESO FELICE IL CARO MAESTRO , SPECIALMENTE  NEL 2008 , RICORRENZA  DEI  50  ANNI  DAL CONSEGUIMENTO  DELLA  LINCENZA  ELEMENTARE.   IN QUELLA  OCCASIONE  VENNE  DALL’ AMERICA  IL NOSTRO  COMPAGNO  DE  MEO  GIACOMO , ALTRI  NON  POTENDO  ESSERE PRESENTI , COME, DE MEO  MICHELE  E   RICARDELLI  SILVANO DA  ANNI  IN  AMERICA,  D’URSO  FERNANDO  CHE  VIVE  IN AUSTRALIA  E SPERATI  BRUNO IN  GERMANIA, HANNO  INVIATO  I SALUTI  E  AUGURI  E FRASI AFFETTUOSE

DE MEO MICHELE, DALL’AMERICA , CON GRANDE PIACERE   NEL GIORNO DELL’INCONTRO    SI  E’  MESSO  IN CONTATTO TELEFONICO  BRINDANDO CON IL MAESTROI  E   N OI TUTTI.

 IL” MAESTRO” COMMOSSO, AVEVA AVUTO  PAROLE  DI  LODE PR TUTTI NOI, UTILIZZANDO TERMINI,  MODI  DI  DIRE, AFFETTUOSITA’ TIPICHE DI UN PADRE. PER NOI,  LA SUA PRESENA, ACCANTO  SEMPRE ALLA SIGNORA CLELIA, ANCH ‘ ELLA DONNA  ECCEZIONALE E DI GRANDI  SENTIMENTI, CI FACEVA  APPARIRE UNA GRANDE FAMIGLIA. I LIBRI, DA  LUI  SCRITTI, COLMI DI SAGGEZZA E DI  ESPERIENZA, CHE CI HA DONATO IN VARIE  OCCASSIONI, LE SUE  MERAVIGLIOSE POESIE DEDICATE  ALLE COSE PIU’  UMILI  MA  PIU’ “ VERE”,  CI RIPORTAVO IN  UN  MONDO  SERENO,  CI  FACENNO   RIFLETTERE.

UN ALTRO INCONTRO  SPECIALE  FU  IL  FESTEGGIAMENTO  DEI SUOI  90 ANNI CON NOI ALUNNI, PASSANDO IN RASSEGNA I RICORDI, GLI AFFETTI CHE HANNO  CONDIZIONATO LE  NOSTRE  VITE,

QUESTE  “ FESTE”,  QUESTI  INCONTRI  PROGRAMMATI  ANNUALMENTE  LO  VEDEVANO  ENTUSIASTA   E  DICEVA  SEMPRE  DI PROGRAMMARE ” FESTOSI  INCONTRI  TRA  MAESTRO  E  ALUNNI”   CON  “ CUORI  IN ALLEGRIA “    ANCHE IN FUTURA  IN SUA  “ASSENZA”                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     

I SUOI PENSIERI    ANDAVANO  ANCHE  AGLI “EMIGRANTI”,  RAGAZZI  GIOVANISSIMI CHE SI ERANO  RECATI SPECIALMENTE  IN  AMERICA NEGLI  ANNI  50 E 60.

IL  18  OTTOBRE IL COMUN E   DI  FORMIA  HA  VOLUTO INTESTARE  UNA SALA  CONSILIARE DEL COMUNE DI  MARANOLA  E PREDISPORRE  UNA TARGA  RICORDO   AGLI  EMIGRANTI  MARANOLESI  NEL MONDO, E IN QUELL’OCCASIONE  “ IL SIG. MAESTRO”  HA  MERAVIGLIATO UN PO’ TUTTI, CON LA GIOIA  DI  UN ADOLESCENTE, MA CON  L’AUTOREVOLEZZA  E LA SAGGEZZA  DI  UNA PERSONA  MATURA E  SENSIBILE  E  CON  ALTRETTANTO  VIGORE  FISICO, HA PARTECIPATO ALLA  SERATA  E  LETTO  LE  SUE   POESIE  DEDICATE  AGLI EMIGRANTI  IN  CUI  ALCUNI PRESENTI  SI SONO RICONOSCIUTI,  DESTANDO  NON  POCHI  MOMENTI  DI  VIVA  COMMOZIONE.

ANCHE IN QUESTA OCCASIONE, ACCERCHIATO DAI SUOI VECCHI ALUNNI, HA VOLUTO CONGRATULARSI CON COLORO CHE DA ANNI HANNO LAVORATO PER TALE PROGETTO, CIOE’  DAR VOCE AGLI EMIGRANTI, IL CUI RICORDO E’ SEMPRE VIVO NELLE NOSTRE FAMIGLIE.

ALLA PRESENZA DEL SINDACO, DELLE AUTORITA’, DEGLI AMICI, DELLE FAMIGLIE HA LETTO CON LA BRAVURA DI SEMPRE LA SUA POESIA   CHE  RIPORTIAMO.

 

ESPATRIO

Sul molo sventolano fazzoletti,

si gridano gli ultimi  saluti,

si piange, si prega.

Fra poco la nave salperà

verso porti lontani.

Uomini senza lavoro

vanno in cerca  di fortuna

in terre lontane.

Lasciano con rimpianto

ta terra natia

che resterà impressa

nella mente e nel cuore.

Tristi e rassegnati

vivranno giorni difficili

pieni di sofferenze;

sono i casi della vita

che non devono spaventare.

Nel loro animo

vivrà speranza,

bellezza eterea

 di ritorno  al paesello

ricco di ricordi,

per godere il frutto

dei loro sacrifici.

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Caro Signor Maestro la tua benevolenza verso di noi, il tuo affetto paterno, ci hanno guidato da bambini, da grandi il tuo abbraccio, i tuoi consigli, le tue poesie, le tue parole affettuose ci hanno dato fiducia e conforto.

Noi, quali alunni, con grande tristezza ma altrettanto affetto diciamo semplicemente  grazie “Signor Maestro”, il Tuo ricordo vivrà con noi.

 

 

 

Ci piace inoltre riportare le  riflessioni di un alunno lette  nella festa dei “50 anni dalla licenza elementare”, da Te tanto gradite.

 

50 anni della nostra storia

Giugno 1958: suonò per l’ultima volta la campanella della scuola elementare “ S. Luca “ di Maranola e noi ragazzi della V° uscimmo gridando, festosi con mille speranze e tanti progetti per il futuro,  mentre sull’uscio della porta si affacciava il nostro giovane Maestro che seguiva teneramente con lo sguardo “ i suoi ragazzi”  a  cui nel tempo aveva dato tanti consigli , avvertimenti, offerto esempi di vita.

Oggi 2008, con la stessa gioia ed entusiasmo, noi ex alunni ci incontriamo, ci ritroviamo con il nostro Maestro per ricordare, per rivivere una parte della nostra vita, per rievocare “bravate”, situazioni, cose che sono rimaste nel nostro cuore, così come il dolce ricordo dei nostri tre compagni che purtroppo non sono più tra noi, ma che vivono nei nostri pensieri.

 Sono passati tanti anni, tante innovazioni, cambiamenti, trasformazioni hanno plasmato la nostra vita. I ricordi delle ristrettezze economiche del dopoguerra, della vita associata di paese, il cui punto di riferimento era la parrocchia, la novità delle prime trasmissioni televisive, specialmente della “TV dei ragazzi” e di “Carosello”, ci riportano felicemente nel tempo e ci rivediamo bambini, quando era ancora possibile giocare tutti insieme, spensieratamente, per la strada e in piazza “Ricca”.

Abbiamo vissuto le grandi trasformazioni sociali in cui la famiglia e la scuola erano veramente le artefici della formazione umana. Con interesse e tanta curiosità abbiamo seguito lo sbarco sulla luna; a tal proposito ci piace riportare un aneddoto: un giorno a scuola parlando di scoperte geografiche, di futuribile, uno di noi più curioso chiese: “Signor Maestro riuscirà l’uomo ad andare sulla luna?”

 Saggiamente il Maestro rispose: “Credo che questo sarà possibile in un tempo non molto lontano.”

Oggi la vita è diventata frenetica, ognuno di noi ha intrapreso la sua strada, ha costruito la sua famiglia, si è realizzato nel lavoro, alcuni lavorano all’estero, anche se idealmente e affettivamente sono legati ancora a Maranola, come traspare dai loro discorsi e dalle loro manifestazioni di affetto, che ci hanno trasmesso tramite messaggi ed internet.

 Viviamo l’età dei computer, il nostro linguaggio sta cambiando, si parla di web, modem, byte, floppy, di cellulari di 3° generazione e si comunica con  SMS,   si acquista e si ci sposa in rete, i nostri mezzi di comunicazione sempre più perfetti e di massa, nati per avvicinarci per comunicare più agevolmente, invece,ci hanno diviso, molti preferiscono le presenze virtuali.

 I nostri ragazzi non sperimentano più la gioia di giocare insieme, in gruppo, ma isolatamente e pigramente “chattano”, si collegano in rete e a velocità incredibile scaricano informazioni, libri, immagini, musica, inoltre sono ossessionati dal consumismo, dai prodotti griffati che propone insistentemente la pubblicità.  La spontaneità e l’inventività del gioco è stata sacrificata dal Nintendo- Play-Station- PSP.

A proposito del gioco, molti di noi  ricordano con nostalgia  quando a scuola il Maestro Pasquale, in ruolo anche “di compagno di giochi”, con un  pallone ,ottenuto con la raccolta delle figurine dei colori , giocava con noi come premio del nostro impegno scolastico;  ci metteva invece in ginocchio se non avevamo studiato, raccogliendo puntualmente il consenso della famiglia, che vedeva essenzialmente nel maestro il padre, la madre, una figura di grande rispetto e prestigio.

E’ facile lasciarsi prendere dalla nostalgia;….. come non ricordare i primi giorni di scuola in cui il Maestro guidava la nostra manina a scrivere le asticelle, i numeri, le lettere e poi per la prima volta con nostra grande gioia e commozione  ci aiutava a comporre  la parola “mamma”?

La letterina di Natale e di Pasqua, scritta ai nostri genitori con tanto impegno, ricopiata con cura, conservata sotto il piatto nel giorno di festa, “letta e riletta” con emozione ed “aspettative” ha visto sempre il nostro Maestro quale artefice e complice.

Caro “Signor Maestro”, oggi purtroppo i tempi sono cambiati, il rapporto tra scuola e famiglia spesso è avvelenato da episodi di conflittualità, da scarsa collaborazione, da poca stima da entrambe le parti, Si ritenga “fortunato” e “onorato” se oggi dopo più di mezzo secolo i suoi alunni hanno voluto, per qualcuno anche con difficoltà organizzative, indire non un incontro, ma una “festa”, per sentire ancora e con una nostra diversa maturità le sue parole che ancora riecheggiano nelle nostre orecchie che parlavano di onestà, di corretti comportamenti,  di valori che ci ha trasmesso con tanta convinzione.

Ci parli ancora con la Sua grande esperienza di uomo, con la delicatezza di padre, che Le è propria, noi siamo avidi di apprendere, come quando eravamo bambini e orgogliosi di aver avuto “un Maestro Speciale”.

I messaggi che cogliamo dai suoi libri, che ci ha regalato, i sentimenti che traspaiono dalle sue poesie e in particolare dalla poesia dedicata ad un cane, sono la testimonianza di una delicatezza, di una maturità, di una sensibilità affinata nel tempo.

Ritrovarci insieme ancora per tanti anni con il sorriso sulle labbra, in buona salute e con tanti ricordi da rievocare, è essenzialmente l’augurio che Le rivolgiamo noi tutti.

Grazie Maestro Pasquale.      

                                                                                                       

 

 

 

 

 

 

 

 

 

90 anni

 

 

 

 

 


Progetto di Antonio Tommasino, Gabriella Tommasino e Pietro Viola